Taluni definiscono l’ansia quale normale risposta ad un pericolo reale o presunto, che permette all’individuo di alzare il livello di attenzione e vigilanza, permettendo quindi di difendersi, o con l’attacco o con la fuga, difronte ad un evento che si ritiene essere negativo.
Ancora prima di iniziare: vorrei ricordare a tutti i miei lettori, che molto spesso contribuisco alla realizzazione di articoli su questo sito internet che parla di ansia: https://www.ansiafull.it, vi consiglio di leggerlo una volta terminata la lettura di codesto articolo.
Stati d’animo e soggetti ansiosi
Questo stato d’animo rappresenta un’autodifesa adottata involontariamente da tutti gli individui, ed è quindi definito con il termine di ansia fisiologica.
Quando però il pericolo non è reale e l’ansia accompagna ogni istante della giornata, questa viene definita patologica, diventando un vero e proprio problema di vita esistenziale, che induce gli individui a vivere in modo catastrofico, compromettendo anche le relazioni con altri individui.
I soggetti ansiosi riconoscono spesso che le loro preoccupazioni sono eccessive, di entità superiore rispetto al problema che si presenta o, addirittura, molto spesso anche senza un reale problema, ma non riescono a controllare la propria preoccupazione.
I soggetti ansiosi hanno generalmente, a livello fisico, questi sintomi: tensioni muscolari e mal di schiena, mal di testa, mancanza di energia, nausea e problemi digestivi, tachicardia, difficoltà a dormire sudorazione eccessiva, vertigini, tremori, sensazione di avere un peso sul cuore, difficoltà a respirare, frequente bisogno di urinare.
A livello psicologico invece, l’ansia patologica, si accompagna spesso ad una difficoltà di rilassarsi, iperattività o procrastinazione, difficoltà di concentrazione, irritabilità, paura di morire.
La situazione si fa dura: l’utilizzo dei farmaci
Purtroppo, sempre più spesso, i soggetti affetti da ansia, ricorrono all’uso dei farmaci, non curanti del fatto che questi, a causa dei principi attivi contenuti (benzodiazepine), provocano, come ogni sostanza psicoattiva, dipendenza fisica, assuefazione e necessità quindi di aumentare le dosi e crisi di astinenza.
Le benzodiazepine andrebbero quindi utilizzate solo in situazioni d’emergenza, oppure per un periodo di tempo limitato, in associazione ad una terapia psicologica d’appoggio. In entrambi casi, bisogna evitare l’auto prescrizione: gli psicofarmaci sono medicinali veri e propri, con dei possibili effetti collaterali, e in quanto tali devono essere prescritti dal medico competente.
Possiamo e dobbiamo riuscire a sconfiggere il nostro problema con metodi più intelligenti e naturali.
Presa quindi coscienza di ciò, spetta ora a noi muovere un primo passo che, nel tempo, pian piano, ci condurrà nel cammino della serenità e della tranquillità per giungere in fine a quella meta tanto ambita che non è altro che vivere e trascorrere giornate serene, in perfetta armonia ed equilibrio, con noi stessi e con le persone che ci circondano.
Muovere un primo passo vuol dire conoscere l’ansia, conoscere e scoprire i metodi per sconfiggerla.
Tramite internet si possono acquistare dei libri specifici circa tale argomento, che ci possono aiutare a far conoscere tale patologia, a prenderne coscienza. Possiamo imparare leggendo come sconfiggere questo nostro nemico e come addirittura poterlo sfruttare a nostro vantaggio.
Possiamo imparare tecniche di rilassamento, imparare a prenderci cura di noi stessi per in nostro benessere psicofisico, ascoltando musica appropriata, coccolandoci con il profumo sprigionato da candele e olii essenziali, passeggiando in mezzo alla natura e dedicandoci ad una salutare attività fisica.